Micotossine negli alimenti: i dati del 2016

08 Gen Micotossine negli alimenti: i dati del 2016

Il Ministero della Salute ha pubblicato la Relazione sul controllo delle micotossine negli alimenti relativa al 2016.

Il 2016 è stato il primo dei tre anni previsti dalla programmazione del Piano nazionale di controllo ufficiale delle micotossine negli alimenti.

L’obiettivo del Piano Nazionale è di armonizzare a livello nazionale le attività ufficiali di campionamento e analisi al fine di disporre di dati utili per la definizione dell’esposizione del consumatore a tali pericolosi contaminanti.

Spesso all’origine di allerte sanitarie, le micotossine sono infatti classificate dalla IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) come cancerogeni (aflatossine), possibili cancerogeni (ocratossina A, aflatossina M1) e probabili cancerogeni (fusariotossine).

A livello europeo, la presenza ed i limiti di micotossine negli alimenti sono normati dal Reg. CE 1881/06 e s.m.i.

 

Cosa è emerso dalla prima relazione sul controllo delle micotossine?

Nel primo anno di applicazione del Piano Nazionale si sono riscontrate diverse criticità.

Anzitutto è emerso uno scostamento tra quanto programmato e quanto inserito nel sistema NSIS.

Molti dati infatti non sono stati inseriti in funzione dei limiti temporali previsti per la loro validazione da parte delle Autorità delle Regioni/Province autonome.

Eccetto che per alcuni prodotti alimentari (succhi/purea di mela, frutta a guscio, latte) il numero di campioni presenti nel sistema è stato inferiore rispetto a quello definito dal Piano nazionale.

 

Altra criticità riscontrata riguarda la valutazione dei dati inseriti, spesso parziali  anche a causa del fatto che alcune informazioni mancanti non erano obbligatorie per l’anno 2016 (tali informazioni sono state rese obbligatorie per il 2017).

Sono emerse criticità relative a:

  • non chiara indicazione dei prodotti alimentari;
  • mancanza di indicazione del limite massimo applicato per la verifica della conformità alla Norma;
  • mancanza di indicazione dell’incertezza di misura e/o del recupero necessari, in alcuni casi, per la verifica della conformità alla norma;
  • utilizzo di metodi di analisi con valori di limiti di quantificazione (LOQ) non coerenti con i limiti massimi vigenti.

 

Dati invece positivi sono quelli relativi alle percentuali di non conformità riscontrate, circa il 2% di campioni non conformi su 2794 campioni in totale (escludendo quelli per le tossine T-2, H-T2 e l’OTA A nei  prodotti alimentari non compresi nel regolamento (CE) 1881/2006 e smi).

La Tabella 1 dettaglia il numero di campioni non conformi rispetto alle diverse matrici alimentari in cui sono state rinvenute micotossine.

Tabella 1 Campioni non conformi

micotossine-nei-prodotti-alimentari

Fonte: Ministero della Salute

 

Nella Relazione sul controllo delle micotossine negli alimenti viene comunque evidenziata la necessità di fornire “indicazioni volte ad uniformare l’applicazione della norma sui contaminanti”  attraverso giornate informative/formative rivolte al personale delle Autorità competenti e dei laboratori ufficiali.

In tal modo la raccolta dei dati per l’anno 2017 verrà armonizzata e, si auspica, ottimizzata.